La prima volta che sorvolai le coste degli Stati Uniti, sentii esclamare, tra il curioso ed il divertito, dai miei occasionali compagni di viaggio, durante una virata del nostro aereo, “Ehi, guardate laggiù, che strani campi di calcio ci sono attorno a New York”. Già, “campi di calcio”… erano campi da baseball, tanti, moltissimi, una meraviglia. Un giorno, davanti al nostro campo di gioco, alcune persone che erano venute a Bologna per far partecipare le loro figliole ad una gara di pattinaggio nell’adiacente impianto, guardando i nostri ragazzi che palleggiavano tra loro: “A cosa giocate?”, “A Baseball”, “Ah! Bello sport il baseball, ci giocavo da ragazzo, ma dove sono le porte delle mete?”. Un po’ di confusione, non vi pare? Un giorno di tanti anni fa mi venne in mente di andare a colloquio con il professore di ginnastica di mio figlio (scuole medie inferiori), questo Prof era stato un giocatore professionista di Basket e nel mio immaginario lo vedevo solo in quell’aula deserta, con nessun genitore che gli andava a far visita per sapere come andava suo figlio a ginnastica. A ginnastica, mah! Fosse stata matematica, ma ginnastica, che importanza volete che abbia ai fini della formazione dei ragazzi. Bene, entrai convinto. Un paio di convenevoli e ben cinque minuti per fargli capire di chi ero il padre (ma questo invornito faceva basket o boxe?), poi la folgorazione, ed il quesito inquietante “Ho capito, Roberto, quello che fa baseball… ma scusi, perché gli avete fatto fare baseball?”. Ora è chiaro perché nessuno fa visita al prof di ginnastica, perché è bene che muoia di freddo in quella cazzo di aula deserta! E ancora, quante volte avrete sentito qualcuno che, falsamente interessato, chiede “Suo figlio gioca a baseball? Ma è quello che lancia o quello che batte?” Ma il colpo di grazia, noi amanti di questo sport mantenuto “volutamente” minore, lo accusiamo quando, parlando del nostro sport, qualcuno si meraviglia che esista ancora, che ci sia ancora qualcuno che lo pratica o ancora peggio che sia mai esistito in Italia! Per molti, troppi, siamo un popolo in via di estinzione o, addirittura, già estinto. E noi chi siamo allora? Un errore nel grande disegno di “pulizia Etnica” perpetrato da qualcuno (il Calcio?) nei confronti di tutti gli altri sport. E che dire di “quelle ragazze” che fissano con ammirazione gli addominali dei ragazzi per poi inorridire quando imparano che quei muscoli sono dedicati ad uno sport incomprensibile come il baseball.
Uno sport incomprensibile di cui non si comprendono le regole. Il buffo è che chi afferma ciò non ha né mai visto né mai letto di baseball. Il comportamento è paragonabile a quello del bambino che, davanti ad un piatto culinario diverso, chiude la bocca e dice “non mi piace”.
Il baseball non piace agli italiani perché è uno sport con troppe regole e gli italiani denunciano una certa ritrosia alle regole, e nel baseball le regole devono essere comprese, imparate ed applicate, ma se ci pensiamo bene, di regole, non ce ne sono poi tante più di altri sport. Leggevo tempo fa su un sito che, secondo chi scriveva, il baseball non funziona in Italia perché è l’unico sport giocato con la palla che funziona alla rovescia di tutti gli altri sport giocati con la palla, ovvero che “quando hai la palla è quando ti difendi e non quando attacchi”. Può essere. Io penso anche che il baseball sia uno degli sport di squadra più bello che esista (e qui sono di parte), uno sport che offre le stesse opportunità di vittoria ad entrambe le squadre in campo (e questa è realtà), uno sport che educa, anche al rispetto dell’avversario, forma sia fisicamente che mentalmente chi lo pratica, uno sport imprevedibile che meriterebbe più rispetto.
A volte mi sento come un pesce fuor d’acqua quando professo la mia “fede”, perché di questo si tratta, senza nessuna velleità mistica o tentazione religiosa. Il Baseball è una fede e, cito, dallo stesso sito, quanto affermato, ottant’anni fa, da certo Rogers Horsnby:
“La gente mi chiede cosa faccio d’inverno quando il campionato di baseball è fermo”
“Beh, ve lo dico subito, cosa faccio? Guardo fuori dalla finestra ed aspetto la primavera!”
(1^ uscita – 13 agosto 2009)