A testa alta, seppur sconfitti.

Sissignori, confermo, il nostro team, nonostante le due sconfitte rimediate alla prima giornata di play off, in quel di Rovigo, deve camminare a testa alta. La squadra ha cercato di reagire, non si è disunita, nemmeno quando il gap del punteggio appariva oramai incolmabile, fino all’ultimo out.

Abbiamo perso le prime due battaglie. Non abbiamo ancora perso la “guerra”. Gli obiettivi si trasformano, cambiano, il nostro obiettivo, oggi, è portare Rovigo a gara quattro, e so che ce la si può fare. Questo bel Rovigo. Squadra compatta e ben allenata. Quattro allenamenti a settimana ed un pool di allenatori (5 o a volte 6) che li seguono. E parliamo sempre di serie C. Poi, economicamente, avranno anche i nostri stessi problemi, non c’è un euro che sbatte contro l’altro, ma nel contesto l’entusiasmo colma, almeno in parte, questo handycap.

In gara uno il partente è Ponseca. Tiene molto bene due inning poi, al terzo, ha un appannamento che costa caro, incassa tre valide per altrettanti punti. Al quarto deve poi arrendersi. Il Rovigo gioca di bunt, fino alla noia, su un diamante infame, terreno in condizioni pazzesche. Sull’ennesima battuta corta Minarini raccoglie tocca il battitore, ma, nel contatto, perde la palla, sarebbe stato il secondo out. Poi a basi piene ed un solo out Ponseca scende di pedana. Il suo posto è preso da Monopoli che viene randellato con tre doppi ed il punteggio sale a otto punti a zero per Rovigo. Nonostante il divario, la Virtus tenta, ad ogni inning, di recuperare. La difesa rodigina è compatta e, diciamolo, anche fortunata, i “nostri” sparano sugli ometti. Solo al sesto inning si riesce a segnare un punto, quello della bandiera, Minarini batte a sinistra e Desideri va a punto. Al settimo Rovigo ristabilisce le distanze segnando un punto. Chiude, sul monte, un attento Corradin. Finale 9 a 1 per Rovigo. Migliore in campo (in entrambe le partite) Gerry Ledesma (foto) che difende la terza base alla grandissima e batte, complessivamente, un 3 su 7 con un doppio di tutto rispetto. Buona la prestazione del partente avversario Marangoni a cui viene fatta tirare tutta la partita, oltre 120 lanci.

Gara due è più equilibrata. Sul monte l’esperto Roncarati deve vedersela con Ferrari. I lanci del nostro avversario sono fastidiosi, alterna dritta curva e cambio con grande naturalezza e non ci fa toccare palla. Al primo inning abbiamo subito l’occasione per mettere pressione all’avversaria, mettiamo in base due corridori, ma Ferrari chiude con tre Kapponi (il primo letteralmente inventato dall’arbitro di casa). Secondo inning: Rovigo si porta in vantaggio Giocando ancora di bunt (e non dico altro) segna due punti. Qui assistiamo ad un piccolo show dell’arbitro di base che “vede” nei lanci di Roncarati tanti balk e ne chiama uno proprio quando un attaccante del Rovigo è in terza. Scherzi del destino. Rovigo segna poi un secondo punto. 2 a 0 il parziale che diventa 3 a 0 al quarto con un’altra chiamata di balk e sucessiva volata di sacrificio. Due punti per l’arbitro di base (anche se su questo sono stato zittito già sul campo). La Virtus, nei suoi contro attacchi, tenta di fare qualcosa, ma non va mai oltre la seconda base. In difesa, invece, è pronta e reattiva, bel pikoff al sesto con eliminazione del corridore nel tentativo di rubata. Ed un altro colto rubando chiuso da Turrini-Desideri, al settimo. La disfida tra i due lanciatori finisce quasi alla pari, 10 strike out a testa, 3 battute valide concesse ognuno, ma Roncarati scende di pedana ad un out dalla fine del settimo inning. Natali, non del tutto a posto fisicamente, prende il suo posto. All’ottavo Reyes Nehmias batte una legnata profonda, Trentini tenta la presa, tocca, a non agguanta. La battuta si trasforma in un fuoricampo interno per il velocissimo lead-off del Rovigo che spinge a casa anche il fratello. Finisce 5 a 0 per i padroni di casa. Risultato troppo pesante per Ozzano.

La serie va quindi sul 2 a 0 per il Rovigo Deluxe (si sperava in un 1 a 1) e l’impresa di una rimonta si fa sempre più ardua, quasi da fantascienza, ma siccome la speranza è l’ultima a morire…non è detta l’ultima parola. Non tutte le partite sono uguali e la nostra squadra può giocarsela alla pari. Anche con questo svantaggio. Bisogna avere fede nei propri mezzi.

La Virtus deve ritrovare continuità in battuta, quella dimostrata durante tutta la regular season. Basterebbe questo per ritrovare morale e dare una spallata al Rovigo, sabato prossimo, al Tiberio, alle ore 15.00. La Domenica ci si giocherebbe tutto con un paio di vantaggi non indifferenti: si gioca in casa e ’inerzia emotiva sarà invertita. Solo il tempo ci dirà se il desiderio può diventare realtà.

Domani è un altro giorno!

Danilo Minarini,  23 settembre 2014